Il quadro internazionale di questo inizio 2020 si presenta piuttosto instabile, caratterizzato da rischi di natura politica, economica e sanitaria.
Nonostante un peggioramento del quadro macroeconomico generale, il valore dell’export italiano di beni ha registrato una crescita del 2.1% tra gennaio e novembre, rispetto al 2018. (dati Sace)
Secondo le previsioni SACE SIMEST, nel 2020 le esportazioni italiane cresceranno del 2,8%, a un ritmo inferiore a quello del 2019 mentre per il biennio 2021-22 le vendite di beni made in Italy all’estero dovrebbero aumentare al 3,7%.
Le aziende italiane sono riuscite a compensare la contrazione di alcuni mercati di destinazione come Cina, Turchia e Messico, spostando la loro attenzione verso mercati sicuramente più stabili e più maturi quali Giappone, Stati Uniti e Svizzera.
Diverso il discorso del Regno Unito, dove le aziende italiane in loco hanno anticipato le importazioni temendo l’effetto Brexit e soprattutto l’imposizione dei dazi doganali nel caso di hard Brexit.
Per quanto riguarda i settori trainanti dell’export italiano nel 2019 troviamo la farmaceutica, il tessile e l’abbigliamento ed il comparto alimentari e bevande con vendite in mercati sia UE che EXTRA UE (Francia, Giappone, Stati Uniti e Paesi ASEAN).
Da non sottovalutare il comparto della meccanica strumentale che si conferma fondamentale per l’export italiano, con percentuali di crescita attese del 2.4% nel 2020 e del 4.2% nel biennio 2021-22. Mercati principali Cina, India, Spagna, Stati Uniti e Russia, in secondo piano Africa subsahariana, Asia e America Latina, sicuramente interessanti e meno battuti ma ancora poco stabili.
Per il settore chimico-farmaceutico è prevista invece una crescita del 1.8% nel 2020 e del 3.6% nel biennio 2021-22. Mercati più promettenti Cina e India dove il governo ha recentemente varato due misure interessanti per gli esportatori italiani: la possibilità per le imprese straniere di effettuare investimenti diretti al 100% nel Paese ed una riduzione dei dazi sull’import di prodotti chimici (dal 14% al 10%).
Bene anche le esportazioni di beni tessili e dell’abbigliamento, con una ipotetica percentuale di export del 2,9 nel 2020 e del 3,3 nel biennio successivo. Tra i mercati più promettenti il Qatar e la Corea del Sud che offre buone opportunità sia per i marchi dell’alta gamma sia per segmenti di nicchia, data la presenza di una fetta ampia di consumatori disposta a spendere di più per questa tipologia di beni.
Si prevede quindi un 2020 positivo per le aziende che vogliono esportare. Se vuoi approfondire mercati e settori di tuo interesse contattaci, un nostro export manager ti fornirà gli strumenti per affrontare con successo i mercati internazionali.