Mentre le vittime del Coronavirus salgono a 1.016 ed i contagi ad oltre 37.000 nella sola Cina, inizia a destare preoccupazione la tenuta dell’ economia cinese e le ripercussioni sull’ economia mondiale.
Pechino è attualmente la seconda economia mondiale ed è lecito pensare che ogni scossone, grande o piccolo che sia, può impattare sullo scenario economico globale. A supporto di ciò arriva la recente dichiarazione di Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, che lapidaria ha chiosato “L’epidemia probabilmente rallenterà la crescita economica mondiale nel breve periodo. Quanto al lungo periodo, è ancora troppo presto per dirlo”.
La Cina non è comunque nuova a fronteggiare emergenze sanitarie, basti ricordare l’epidemia della Sars nel 2003 o l’influenza aviaria del 1997. Ma quali sono le differenze in termini economici di queste pandemie?
Come è possibile evincere dai dati ISPI, l’economia cinese stava rallentando già prima della diffusione del Coronavirus ed il PIL nel 2019 si era attestato intorno al 6.1% e nel primo trimestre 2020 potrebbe scendere ancora di più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Ed è già questa la prima differenza rispetto alla Sars: il contesto economico del 2003 era profondamente diverso e l’economia cinese veniva da anni di crescita che sembrava inarrestabile. Oggi, il contesto è totalmente diverso: le proteste di Hong Kong, la guerra dei dazi di Trump potrebbero deteriorare pian piano il colosso cinese anche quando l’emergenza sarà finita.
Se quindi Pechino è impegnata a fronteggiare l’emergenza sanitaria, nel resto del mondo si fanno i conti con gli impatti economici e commerciali: la riduzione di esportazioni verso la Cina ed il notevole abbassamento della spesa turistica dei cinesi all’ estero. Sono 46 le compagnie aeree che hanno sospeso i collegamenti, lasciando a terra molti turisti cinesi e causando una diminuzione delle vendite dei beni di lusso. Il sistema moda italiano ha previsto un primo trimestre negativo al -1,5%.
E’ difficile prevedere come evolverà lo scenario, molto dipenderà sicuramente da quanto velocemente l’epidemia sarà debellata. Sicuramente se il tasso d’infezione iniziasse a rallentare e le misure di quarantena revocate, l’economia cinese, spinta dal sostegno governativo potrebbe ripartire rapidamente, al contrario ci saranno ancora più rischi e ricadute internazionali ai quali far fronte. Intanto due alti funzionari della provincia di Hubei sono stati licenziati e sostituiti da un funzionario del governo cinese.
Il loro posto verrà preso da Wang Hesheng, vicedirettore della Commissione nazionale per la sanità che assumerà entrambi i ruoli. Il cambio ai vertici, secondo il Pcc locale, servirà a rafforzare la lotta in prima linea contro l’epidemia.