La scorsa settimana è stato firmato ad Anuga un protocollo d’intesa volto a contrastare l’Italian Sounding.
Tra i firmatari di questo accordo per la tutela del vero Made In Italy ci sono Coldiretti, Fiera di Colonia, Ice e Filiera italia.
Molte le iniziative messe in campo per contrastare la diffusione di questo problema che pesa sulle aziende del settore agroalimentare italiano, soprattutto quelle di piccola e media dimensione: attivazione di un help desk dedicato agli operatori internazionali che vogliono approfondire i valori del Made in Italy, supporto legale in caso di individuazione di concorrenza sleale, attività sensibilizzazione e supporto per i partner che vogliono partecipare a fiere all’estero.
Un accordo che si rende necessario in un momento in cui le nostre eccellenze agroalimentari sono attaccate da un lato dalle misure protezionistiche statunitensi e, dall’altro, dal mercato dei “falsi” che vale nel mondo circa 100 miliardi di euro.
«La lotta al falso cibo italiano anche all’estero per noi è fondamentale. Per questo esprimo apprezzamento per l’intesa di oggi a tutela delle Indicazioni geografiche italiane, che ci aiuta ad informare meglio il consumatore sull’origine, la provenienza e le reali caratteristiche dei prodotti alimentari», questo il messaggio del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova che ha aggiunto «Il ministero che ho l’onore di guidare è particolarmente impegnato a salvaguardare l’autenticità dei prodotti agroalimentari italiani ed a contrastare, in Europa e nel mondo, quelle pratiche commerciali scorrette che colpiscono ingiustamente il made in Italy e le eccellenze dei nostri territori, come dimostrano gli oltre 3.200 interventi di protezione attivati dal nostro Ispettorato Repressione Frodi all’estero e sul web. Dobbiamo continuare a sensibilizzare autorità e operatori sulla gravità di questo vero e proprio furto di identità ai nostri danni».
Un problema reale quindi quello dell’Italian Sounding che coinvolge non solo le PMI ma anche gli operatori del settore come consulenti, export manager ed associazioni di categoria: ottimo quindi rispondere in maniera univoca e come sistema paese….ma se oltre ai protocolli riuscissimo a cogliere le opportunità offerte dalla blockchain e dai sistemi digitali per la tracciabilità della filiera agroalimentare? Coniugare tradizioni ed innovazione potrebbe portare a risultati più concreti ed operativi.