Nei giorni scorsi l’ ITA-Italian Trade Agency ed il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, hanno pubblicato il Rapporto ICE 2019-2020 .
Il rapporto presenta le dinamiche dell’export italiano sullo scenario internazionale, mettendo in evidenza le prospettive future in relazione all’emergenza Covid-19.
Nonostante il 2019 sia stato caratterizzato dalla guerra commerciale USA-CINA, dalla Brexit e dai dazi statunitensi su molti prodotti, le esportazioni dei prodotti Made in Italy hanno registrato un aumento del 2.3% rispetto all’anno precedente.
Le migliori performance arrivano dal farmaceutico (+25.6%), le bevande (+6.8%), i prodotti della moda (+6.2%) e della metallurgia (+5.3%).
In testa si confermano in testa la Germania, la Francia e gli Stati Uniti ma le maggiori performance di crescita delle vendite si registrano in Giappone, a seguito della ratifica a febbraio 2019 dell’accordo di libero scambio con l’UE, ed in Svizzera che si conferma sempre di più come un hub logistico per le esportazioni.
Sul podio ci sono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ma la crescita maggiore è stata riscontrata in Toscana, Lazio, Molise, Puglia e Campania.
Per quanto riguarda il 2020, nei primi 5 mesi i dati Istat mettono in evidenza un crollo del 16% a causa dell’emergenza sanitaria ed economica.
Il rapporto ICE 2019/2020 prevede, per il 2020, una flessione dell’export del 12% per tornare poi a crescere nel 2021 del 7.4% e del 5.2% nel 2022.
Il rapporto individua tre macro direttrici, sulle quali le aziende devono concentrarsi per una proficua ripresa.
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