Non è una novità che le nostre eccellenze gastronomiche siano apprezzate, desiderate e importate in buona parte del mondo. L’Italia è infatti, il sesto esportatore mondiale per prodotti alimentari, con il primato nell’export di pasta e conserve di pomodoro, a cui seguono il vino e l’olio extravergine di oliva.
Certo queste sono le punte di diamante che più caratterizzano l’identità gastronomica della nostra nazione, rendendoci famosi e orgogliosi a livello globale; ma a caratterizzarla più di ogni altra cosa sono senza dubbio la continua ricerca, l’innovazione, la creatività, che si fondono con l’artigianalità, la tradizione e il sapiente utilizzo delle materie prime. Motivo per cui ad oggi il panorama italiano è ricco di produzioni validissime e all’avanguardia che attirano sempre di più l’interesse dei mercati esteri: dalla cioccolata artigianale ai formaggi, dai liquori ai prodotti dolciari.
In generale non c’è una legge costante, poiché a seconda del target prefissato ci sono dei trend che possono spingere le diverse tipologie di prodotti.
Ma uno degli aspetti fondamentali nella valutazione e nella pianificazione di una strategia di export di un prodotto alimentare è senza dubbio la shelf life, ovvero la vita commerciale del prodotto dalla produzione alla data di scadenza.
I tempi di esportazione sono un fattore cruciale da cui dipende la possibilità di esportare un prodotto food. Prendiamo in considerazione i prodotti artigianali: per essere esportati, ad esempio in Asia, impiegano nel complesso un paio di mesi; se la shelf life ha durata di 12 mesi potrà rimanere in negozio massimo 9 mesi.
L’ideale quindi sarebbe una durata dello shelf life di 18-24 mesi.
Che i prodotti artigianali, che sono nella maggior parte dei casi naturali e privi di additivi chimici utili alla lunga conservazione, non possono essere esportati in aree geografiche che richiedono tempi di spedizione molto lunghi.
Pertanto a seconda del prodotto vengono considerati Paesi, e i relativi mercati, più o meno distanti.
Certo è che i prodotti di maggiore durata sono più appetibili per molti mercati esteri, dunque è possibile in alcuni casi pensare all’adattamento della produzione stessa alle specifiche esigenze del mercato che si intende raggiungere, valutando attentamente i pro e i contro di operazioni di questo genere.
La qualità e l’innovazione del prodotto dunque, sono sicuramente il punto di partenza per poterlo esportare, ma come la shelf life sono svariate le circostanze da considerare in fase strategica. Per questo se si pensa di approdare nel mondo dell’export è bene affidarsi ad un team esperto nell’analisi e nella consulenza, che sa indirizzare e guidare la tua azienda verso il successo internazionale!