Con il via libera del WTO ai dazi USA per 7.5 miliardi sulle esportazioni dell’Unione Europea, alcune filiere dell’agroalimentare italiano, come quella lattiero casearia, degli insaccati e vitivinicola, vedono a rischio la loro quota export nel mercato statunitense.

Il Parmigiano, il Grana Padano, il provolone ed il prosciutto crudo sono solo alcuni dei simboli del Made in Italy che rientrano nella lista USA ai quali potrebbero essere applicati dazi aggiuntivi.

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Nel frattempo sono molte le associazioni di categoria che si stanno mobilitando a difesa del Made in Italy come Cia, Alleanza Coop, Feder Alimentare e Coldiretti. Quest’ ultima ha dichiarato che «l’Italia rischia di pagare un conto di oltre un miliardo» a causa di un aumento delle tariffe all’import fino al 100% del valore attuale «che potrebbe colpire per circa la metà dell’importo il cibo, ma anche altri settori come la moda, i materiali da costruzione e la cosmetica>>.

Ma quanto vale l’export italiano negli USA?

Secondo dati ISTAT, nel 2018 il valore complessivo di merci Made in Italy vendute negli Stati Uniti è stato di 42.5 miliardi di euro con un notevole flusso di crescita rispetto agli anni precedenti (+5% rispetto al 2017).

I settori trainanti sono: al primo posto i mezzi di trasporto, al secondo la meccanica strumentale che ha sfiorato lo scorso anno quota 8 miliardi, mentre al terzo il settore che potrebbe risultare il più colpito dai dazi ovvero quello del food & beverage con in testa il vino.

Intanto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dal palco Coldiretti, si mostra piuttosto preoccupato soprattutto per la contraffazione del Made in Italy che potrebbe incrementare a seguito di queste decisioni del Governo statunitense. La strada, ha sottolineato il premier, «è battersi in tutte le sedi interne, europee, internazionali, per garantire qualità, sicurezza, tracciabilità»